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Antonio Gibotta – Il giovane reporter

Antonio Gibotta – Il giovane reporter

Napoletano del 1988, Antonio Gibotta è un giovane fotoreporter ormai consolidato e apprezzato che alterna con maestria la fotografia documentaristica, di solito a colori, a quella più intima e introspettiva che scava nel sentire umano e nelle vicende sociali per la quale ricorre al bianco e nero.

Figlio d’arte, suo padre era un fotografo professionista, ha ereditato una passione che lo conduce in giro per il mondo a documentare situazioni e uomini con la sua macchina fotografica collezionando prestigiosi riconoscimenti italiani e internazionali e numerose mostre.

La Galleria sotto l’Arco di Altidona ha ospitato la sua personale “Il giovane reporter” composta da due sezioni dicotomiche come il lavoro che porta avanti Gibotta: nella prima c’è la sua anima documentaristica, a colori, mentre nella seconda l’uso del bianco e nero serve a raccontare un dramma collettivo umanitario a cui il fotografo partecipa emotivamente.

Le prime fotografie raccontano la “battaglia degli infarinati” una tradizione che ha ormai più di duecento anni e si consuma ad Ibi, vicino ad Alicante, in Spagna. Sembrano davvero scene di guerra, di polvere, di buio frantumato da squarci di luce, di lotta fratricida, di forza fisica e furberie di attacco, ma questa insolita battaglia è solo una rievocazione che coinvolge l’intero paese spagnolo per interpretare un originale colpo di stato con farina e uova ispirato alla biblica strage degli innocenti voluta da Erode. La lotta tra i golpisti chiamati infarinati, e gli altri che devono proteggere il paese. Si termina nel pomeriggio e il ricavato delle “tasse” imposte ai cittadini dagli infarinati viene devoluto in beneficienza.

La seconda sezione racconta di una “guerra” vera e silenziosa che sembra lontana nel tempo, ma è crudelmente attuale. Una lotta per la libertà consumata a Belgrado, in Serbia, dove un nugolo di profughi afghani, siriani e iracheni cercano di raggiungere l’Europa durante l’inverno. Trovano riparo dal freddo e, soprattutto dai controlli delle autorità, nei capannoni abbandonati della ferrovia dove neve e gelo non danno tregua. Momenti drammatici che Gibotta immortala con partecipazione emotiva, con il contrasto del bianco e nero, con i particolari della sofferenza, con mani e volti che chiedono tregua senza mai indugiare nell’indigenza, ma, al contrario, innalzando la dignità, il sostegno reciproco e l’estrema forza di queste persone.

La mostra è stata promossa da Altidona Belvedere e Fototeca Provinciale di Fermo, con Maria Lanotte e Eos Media Group.

Info su Antonio Gibotta: https://ag.antoniogibotta.com