Conosciamo bene l’estrema abilità con cui i Romani costruivano eccelse opere di ingegneria idraulica, ma alcuni “congegni” non smettono mai di meravigliare soprattutto se sono nascosti nelle viscere della terra e rappresentano un vero mondo sotterraneo tutto da scoprire.
Il grande complesso idraulico, celato dalle abitazioni del centro storico di Fermo, è uno dei più grandi d’Italia e si snoda su 2200 metri quadrati.
Costruite in epoca Augustea, tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C. , le Cisterne, dette anche piscine epuratorie o limarie, fanno parte di un profondo ammodernamento della romana Firmum Picenum dove, dal 41 a.C., si stabilirono molti soldati veterani di Ottaviano Augusto che si impegnarono nel rinnovare il centro urbano facendone una delle capitali più importanti dell’Italia centrale.
La capillare opera di ammodernamento dell’epoca cambiò l’aspetto della città attorno alla quale fu eretta una nuova cinta muraria , un nuovo assetto urbanistico, un teatro e, ovviamente, anche le cisterne che dovevano immagazzinare l’acqua piovana e distribuirla a tutte le zone dell’abitato fino al porto distante ben 7 chilometri dall’abitato.
Una fitta rete di condotti sotterranei, tubature, pozzi, fontane e cisterne ipogee, ordinate a diversi livelli, garantivano il perfetto approvvigionamento idrico. Oggi è di nuovo possibile visitare e conoscere le Grandi Cisterne poste all’incirca sotto il Palazzo Comunale dove si estendono con un perimetro rettangolare di circa 65 x 30 metri e alternano 30 stanze su tre file parallele.