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Vincenzo Pagani e la chiesa di Santa Maria e Ciriaco di Altidona

Vincenzo Pagani e la chiesa di Santa Maria e Ciriaco di Altidona

È la neoclassica chiesa parrocchiale del paese e fu eretta nel 1700 mentre il campanile venne completato alla fine dell’Ottocento.

Ha una sola navata e custodisce una Madonna di Loreto tra i Santi Nicola da Tolentino, Francesco da Paola, Filippo Neri, Antonio da Padova e il Beato Antonio Grassi, attribuita alla bottega di Natale Ricci

Sulla parete, dietro l’altare maggiore, è posto il prezioso Polittico firmato dal miniatore veneziano Cristoforo Cortese (articolo), e sopra di esso, la tavola dipinta ad olio di Vincenzo Pagani, artista di Monterubbiano, qui nato nel 1490 e morto nel 1568, e tra i più conosciuti e talentuosi di una numerosa famiglia di pittori che viene considerata quasi una scuola.

Vincenzo Pagani e la chiesa di Santa Maria e Ciriaco di Altidona

È un artista che apprende, studia e rielabora le novità artistiche di quegli anni in cui il linguaggio pittorico si schiude al Rinascimento e ai suoi grandi nomi.

All’inizio della sua carriera, così come il padre, imita la maniera degli ascolani Crivelli, ma ben presto elabora un suo personale linguaggio influenzato dalla pittura umbra e dalle opere del contemporaneo marchigiano Pietro Paolo Agabiti.

Prolifico di dipinti e affreschi disseminati in quasi tutta la regione dalle chiese del Piceno a quelle del Montefeltro, è presente nelle pinacoteche di Fermo, Ascoli Piceno, Massa Fermana, Sarnano, San Ginesio e nelle Gallerie Nazionali di Urbino e dell’Umbria.

Il Pagani realizza opere dalla grandiosità quasi scenografica delle composizioni unita ad colorismo molto vivace.

La sua felice carriera sembra conoscere un brusco arresto con l’affermarsi nelle Marche dell’arte di Lorenzo Lotto di cui comprende e adotta diverse soluzioni pittoriche e compositive.

Altro cambiamento, o meglio una nuova maturazione di stile, si avrà con il diffondersi del linguaggio di Raffaello da cui trae ispirazione creando composizioni di maggior raffinatezza.

Molti critici lo hanno apprezzato non solo per la resa dei personaggi ritratti, ma per i suoi paesaggi di sfondo, che sono quelli marchigiani, minutamente riprodotti con vivacità e naturalezza.

La tavola di Altidona gli fu commissionata da un ignoto religioso del paese, ritratto in abito nero inginocchiato ai piedi della Madonna, e venne realizzata per la Chiesa di San Michele poi demolita.

Presenta la Vergine in gloria col Bambino in braccio con una schiera di angeli festanti nella parte superiore, mentre ai suoi piedi i santi Matteo, a destra, e Michele Arcangelo a sinistra.

La maturità della composizione, i colori freschi e vivaci, la dovizia di elementi simbolici e di particolari ne fanno una delle opere più apprezzate del Pagani.