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## Tour
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tour.description = Basilica Imperiale Santa Croce al Chienti - Botanica - Lufo 2020
### Title
tour.name = Santa Croce Al Chienti
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Con bolla del 12 settembre 1197 Papa Celestino III prende sotto la propria protezione L'Abbazia e conferma le sue proprietà e le decime su di un territorio che si sviluppa negli attuali comuni di Civitanova, Corridonia, Montecosaro, Montegranaro, Monte San Giusto e Sant'Elpidio a mare. Con l'ascesa della non lontana abbazia di Chiaravalle di Fiastra (nel Comune di Tolentino), iniziò per Santa Croce una progressiva decadenza economica e religiosa. Nel 1239 Papa Gregorio IX incarica il Vescovo di Fermo Filippo II di riformare il complesso monastico secondo l'ordine cistercense. Nel 1266 l'Abate e i monaci di Santa Croce decidono di accorpare i propri beni al monastero fiastrense e di divenirne ad esso subalterni. Rileggendo l'inventario del 1263 precedente alla cessione e del 1275 successivo all'annessione possiamo avere una misura della sua potenza raggiunta. Il monastero conservava numerosi edifici religiosi, magnifici paramenti liturgici e preziosi reliquiari, il più importante dei quali era una croce d'argento che aveva incastonata la reliquia della Santa Croce.[2]. Nel 1468 il complesso abbaziale diventa di proprietà del Comune di Sant'Elpidio a mare. Nel 1749 il Vescovo di Fermo Alessandro Borgia ristruttura la Basilica. Nel 1790 il Vescovo fermano Andrea Minnucci riduce il complesso abbaziale a struttura agricola e ricava dalla chiesa un granaio, soppalcando la navata centrale, un'abitazione nella parte absidale ed una stalla nella navata destra. Dopo oltre due secoli di abbandono e degrado ad usi impropri la struttura basilicale è interessata da un restauro iniziato nel marzo 2006 teso al ripristino della primitiva tipologia e alla conseguente riapertura al pubblico, avvenuta nel 2010.
HTMLText_04FFCC2C_1216_7593_41A3_D345BDE131A2.html = Basilica Imperiale
Santa Croce al Chienti
HTMLText_0B1CF751_121B_B3B2_41AA_8DF6E24BB6F1.html = L'abbazia di Santa Croce al Chienti si trova nelle Marche nelle campagne di Sant'Elpidio a Mare tra le frazioni di Bivio Cascinare e Casette d'Ete. Nel 1902 è stata dichiarata monumento nazionale. Il complesso è conosciuto ed indicato in molteplici fonti anche come Basilica imperiale di Santa Croce al Chienti.
La tradizione fa risalire la data della consacrazione dell'abbazia al 14 settembre dell'anno 887 alla presenza di Carlo III Il Grosso imperatore, del Vescovo di Fermo Theodosio e di altri 19 Vescovi e di 27 canonici. Nel 968 l'imperatore Ottone I scioglie il monastero benedettino dalla dipendenza dal Vescovo di Fermo e lo prende sotto la propria protezione. Grazie alle generose donazioni del potere imperiale l'istituzione monastica si radicò sempre più nel proprio territorio ampliando le sue proprietà agricole e acquisendo un ruolo strategico nel controllo della rete viaria circostante.
I documenti che ci consentono di ricostruire la storia più antica dell'Abbazia sono conservati presso l'archivio segreto di Sant'Elpidio a mare. Commissionati dal comune che vantava diritti reali sul territorio, furono redatti nel 1413 da Francesco di Vanni. Altre pergamene sono conservati presso l'archivio di stato di Roma. I diplomi in essi menzionati concernono documenti menzionati o originali attribuiti a Carlo III il Grosso, al Vescovo di Fermo Theodosio, a Lamberto II imperatore e re d'Italia, all'imperatore Ottone I, Ottone II e Ottone III.
HTMLText_0B1CF751_121B_B3B2_41AA_8DF6E24BB6F1_mobile.html = Basilica Imperiale
Santa Croce al Chienti
Nel 1902 è stata dichiarata monumento nazionale. Il complesso è conosciuto ed indicato in molteplici fonti anche come Basilica imperiale di Santa Croce al Chienti.
La tradizione fa risalire la data della consacrazione dell'abbazia al 14 settembre dell'anno 887 alla presenza di Carlo III Il Grosso imperatore, del Vescovo di Fermo Theodosio e di altri 19 Vescovi e di 27 canonici. Nel 968 l'imperatore Ottone I scioglie il monastero benedettino dalla dipendenza dal Vescovo di Fermo e lo prende sotto la propria protezione. Grazie alle generose donazioni del potere imperiale l'istituzione monastica si radicò sempre più nel proprio territorio ampliando le sue proprietà agricole e acquisendo un ruolo strategico nel controllo della rete viaria circostante. I documenti che ci consentono di ricostruire la storia più antica dell'Abbazia sono conservati presso l'archivio segreto di Sant'Elpidio a mare. Commissionati dal comune che vantava diritti reali sul territorio, furono redatti nel 1413 da Francesco di Vanni. Altre pergamene sono conservati presso l'archivio di stato di Roma. I diplomi in essi menzionati concernono documenti menzionati o originali attribuiti a Carlo III il Grosso, al Vescovo di Fermo Theodosio, a Lamberto II imperatore e re d'Italia, all'imperatore Ottone I, Ottone II e Ottone III. Con bolla del 12 settembre 1197 Papa Celestino III prende sotto la propria protezione L'Abbazia e conferma le sue proprietà e le decime su di un territorio che si sviluppa negli attuali comuni di Civitanova, Corridonia, Montecosaro, Montegranaro, Monte San Giusto e Sant'Elpidio a mare. Con l'ascesa della non lontana abbazia di Chiaravalle di Fiastra (nel Comune di Tolentino), iniziò per Santa Croce una progressiva decadenza economica e religiosa. Nel 1239 Papa Gregorio IX incarica il Vescovo di Fermo Filippo II di riformare il complesso monastico secondo l'ordine cistercense. Nel 1266 l'Abate e i monaci di Santa Croce decidono di accorpare i propri beni al monastero fiastrense e di divenirne ad esso subalterni. Rileggendo l'inventario del 1263 precedente alla cessione e del 1275 successivo all'annessione possiamo avere una misura della sua potenza raggiunta. Il monastero conservava numerosi edifici religiosi, magnifici paramenti liturgici e preziosi reliquiari, il più importante dei quali era una croce d'argento che aveva incastonata la reliquia della Santa Croce.[2]. Nel 1468 il complesso abbaziale diventa di proprietà del Comune di Sant'Elpidio a mare. Nel 1749 il Vescovo di Fermo Alessandro Borgia ristruttura la Basilica. Nel 1790 il Vescovo fermano Andrea Minnucci riduce il complesso abbaziale a struttura agricola e ricava dalla chiesa un granaio, soppalcando la navata centrale, un'abitazione nella parte absidale ed una stalla nella navata destra. Dopo oltre due secoli di abbandono e degrado ad usi impropri la struttura basilicale è interessata da un restauro iniziato nel marzo 2006 teso al ripristino della primitiva tipologia e alla conseguente riapertura al pubblico, avvenuta nel 2010.
HTMLText_0DECCFED_12FA_D26D_418B_9646D02C4859.html = Apertura e Visiste
Primo e secondo mercoledì del mese.
Orario estivo: dalle ore 16.00 alle ore 18.00
Orario invernale: dalle ore 16.00 alle ore 17.00
Per aperture e visite non in orario contattare i riferimenti sotto.
Contatti:
E-mail: Info@associazionesantacroce.it
Tel.: +39 335 6936879
Te.: +39 333 9961184
Sviluppo WEB:
E-mail: Info@jonathanmancini.it
Tel.: +39 339 8998808
HTMLText_0DECCFED_12FA_D26D_418B_9646D02C4859_mobile.html = CONTATTI - INFO
Apertura e Visiste
Primo e secondo mercoledì del mese.
Orario estivo: dalle ore 16.00 alle ore 18.00
Orario invernale: dalle ore 16.00 alle ore 17.00
Per aperture e visite non in orario contattare i riferimenti sotto.
Contatti:
E-mail: Info@associazionesantacroce.it
Web: www.associazionesantacroce.it
Tel.: +39 335 6936879
Te.: +39 333 9961184
Sviluppo WEB:
E-mail: Info@jonathanmancini.it
Tel.: +39 339 8998808
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HTMLText_18127A3F_1663_8BEF_4175_B0DF8CE38BFE.html = Come raggiungere la Basilica Imperia di Santa Croce al Chienti.
Address: Strada Santa Croce
Address: 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - Italia
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Come raggiungere la Basilica Imperiale di Santa Croce al Chienti.
Address: Strada Santa Croce
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### Subtitle
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photo_D9DA72A7_CA40_9323_41DE_C61748E861A7.label = Manifesto_Small
## Popup
### Body
htmlText_D8F62A18_CA43_B2ED_41D6_3C9E737C0454.html = Come argomenta Tommaso di Carpegna Falconieri nel suo libro “Medioevo militante”, quell’epoca apparentemente tanto remota e distante da noi non manca di far sentire il suo influsso anche nel mondo contemporaneo: lo dimostrano i molti films che si ispirano all’immaginario medievale e la fortuna di cui godono in Italia e all’estero le manifestazioni rievocative di feste e consuetudini ludiche del passato.
Non stupisce pertanto che un artista giovanissimo abbia trovato proprio nel repertorio figurativo medievale la fonte di ispirazione per una serie di disegni eseguiti a penna ed inchiostro che traggono spunto dagli elementi figurativi del passato per rielaborarli in chiave simbolica. Passando in rassegna i rilievi che ornano i portali ed i capitelli delle chiese romaniche, sfogliando i testi che illustrano le visionarie composizioni che decorano le facciate delle cattedrali gotiche francesi, Lufo ha elaborato un repertorio iconografico nuovo ed originale: il busto di una armatura utilizzata in battaglia è oramai divenuto inutile e delle piante rigogliose germogliano all’interno di un oggetto che rievoca la morte. La caccia al falcone, praticata dall’aristocrazia, diviene l’occasione per trasformare il rapace addestrato dall’uomo in un grifone che minaccia il suo stesso addestratore: i sorveglianti, che dalla sommità della torre dovrebbero vegliare sulla incolumità dei cittadini, invece dormono placidamente; il plastico di un borgo medievale, simile a quelli dipinti dai pittori del passato nelle mani dei santi protettori che li presentano alla Vergine per chiederne l’intercessione, è invece un emblema dello spettegolare che animava di liti e di violenti contrasti la vita medievale, come indicano le lingue e le orecchie che spuntano dalle finestre e dalle porte. Lufo fa anche riferimento al fantasioso bestiario medievale, dando vita a figure zoomorfe inquietanti.
Questo “mondo alla rovescia” proposto dal giovane artista marchigiano trova ospitalità in un luogo consono allo spirito che ne anima la produzione: la Basilica Imperiale di Santa Croce è infatti il più importante edificio preromanico marchigiano e non sarà dunque difficile trovare delle rispondenze fra l’architettura reale e le decorazioni plastiche della chiesa con quanto possiamo cogliere nelle elaborazioni grafiche di Lufo: la sua perizia disegnativa, che in alcuni casi sembra emulare gli effetti delle antiche xilografie, rappresenta un ulteriore motivo di interesse per la capacità di rielaborare in modo non banale quanto ci trasmette un passato illustre.
Stefano Papetti
htmlText_DEDE9A73_CA40_9323_41E9_6E767A89BF9D.html = Come argomenta Tommaso di Carpegna Falconieri nel suo libro “Medioevo militante”, quell’epoca apparentemente tanto remota e distante da noi non manca di far sentire il suo influsso anche nel mondo contemporaneo: lo dimostrano i molti films che si ispirano all’immaginario medievale e la fortuna di cui godono in Italia e all’estero le manifestazioni rievocative di feste e consuetudini ludiche del passato.
Non stupisce pertanto che un artista giovanissimo abbia trovato proprio nel repertorio figurativo medievale la fonte di ispirazione per una serie di disegni eseguiti a penna ed inchiostro che traggono spunto dagli elementi figurativi del passato per rielaborarli in chiave simbolica. Passando in rassegna i rilievi che ornano i portali ed i capitelli delle chiese romaniche, sfogliando i testi che illustrano le visionarie composizioni che decorano le facciate delle cattedrali gotiche francesi, Lufo ha elaborato un repertorio iconografico nuovo ed originale: il busto di una armatura utilizzata in battaglia è oramai divenuto inutile e delle piante rigogliose germogliano all’interno di un oggetto che rievoca la morte. La caccia al falcone, praticata dall’aristocrazia, diviene l’occasione per trasformare il rapace addestrato dall’uomo in un grifone che minaccia il suo stesso addestratore: i sorveglianti, che dalla sommità della torre dovrebbero vegliare sulla incolumità dei cittadini, invece dormono placidamente; il plastico di un borgo medievale, simile a quelli dipinti dai pittori del passato nelle mani dei santi protettori che li presentano alla Vergine per chiederne l’intercessione, è invece un emblema dello spettegolare che animava di liti e di violenti contrasti la vita medievale, come indicano le lingue e le orecchie che spuntano dalle finestre e dalle porte. Lufo fa anche riferimento al fantasioso bestiario medievale, dando vita a figure zoomorfe inquietanti.
Questo “mondo alla rovescia” proposto dal giovane artista marchigiano trova ospitalità in un luogo consono allo spirito che ne anima la produzione: la Basilica Imperiale di Santa Croce è infatti il più importante edificio preromanico marchigiano e non sarà dunque difficile trovare delle rispondenze fra l’architettura reale e le decorazioni plastiche della chiesa con quanto possiamo cogliere nelle elaborazioni grafiche di Lufo: la sua perizia disegnativa, che in alcuni casi sembra emulare gli effetti delle antiche xilografie, rappresenta un ulteriore motivo di interesse per la capacità di rielaborare in modo non banale quanto ci trasmette un passato illustre.
Stefano Papetti
### Title
window_DC0B6615_CAC0_92E7_41DB_4FFE769E7AC0.title = Il mondo alla rovescia di Lufo
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## Hotspot
### Tooltip
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HotspotMapOverlayArea_A2C442AC_C6DD_721E_41CB_D8AF4D0C4FF8.toolTip = Cripta
HotspotMapOverlayArea_A4538994_C6D3_1E0E_41E5_326C5D1478F6.toolTip = Navata centrale
HotspotMapOverlayArea_A4B59685_C6D5_720F_41E3_1A92C9F9F307.toolTip = Soppalco
HotspotMapOverlayArea_A5195D5F_C6DD_363B_41E2_F58434D8FABF.toolTip = Cripta
HotspotMapOverlayArea_A59BB2EB_C6D5_121B_41B4_23253458C777.toolTip = Abside centrale
HotspotMapOverlayArea_A5B57CC3_C6D5_160B_41E8_0D38421C336A.toolTip = Abside destro
HotspotMapOverlayArea_A5B665F6_C6D2_F60D_41CD_711DE789FEE9.toolTip = Presbiterio
HotspotMapOverlayArea_A5C71EAB_C6D7_321B_41E3_A591D5B9B94D.toolTip = Navata destra
HotspotMapOverlayArea_A5C8B44D_C6D5_F61F_41E5_99889D2B919D.toolTip = Navata sinistra
HotspotMapOverlayArea_A5D0DD73_C6D7_160B_41E7_206D560F93AB.toolTip = Abside sinistro
HotspotMapOverlayArea_A5FA20C4_C6DF_EE0D_41E7_D1443B47C5C4.toolTip = Cripta
HotspotMapOverlayArea_AE40B8E1_C6D7_FE07_41B8_AB25A30B6E4C.toolTip = Ballatoio
HotspotPanoramaOverlayArea_860DED44_C673_160D_4159_AC09A4CA8AB2.toolTip = Stato di Natura
HotspotPanoramaOverlayArea_863FCA9C_C672_F23E_41D7_49E4DB89849D.toolTip = Sinistra Domini
HotspotPanoramaOverlayArea_8687EA9D_C675_123F_41DA_12CD6632DDD5.toolTip = Vanitas
HotspotPanoramaOverlayArea_86D78BE6_C677_120D_41CA_537549C96EDA.toolTip = Sentire
HotspotPanoramaOverlayArea_98E7312A_C6B7_2E05_41D7_F1418581CDBF.toolTip = Raccogliere
HotspotPanoramaOverlayArea_F0BC4661_C657_1206_41D3_65412244E80E.toolTip = Germogliare
HotspotPanoramaOverlayArea_F2F1CD3A_C655_167B_41E3_5D65757F9CE8.toolTip = Muovere
HotspotPanoramaOverlayArea_F30B7C71_C653_7607_41C6_7BE868B689CC.toolTip = Germogliare
HotspotPanoramaOverlayArea_F34366A0_C655_1205_41D3_5F6A432378C6.toolTip = Germogliare
HotspotPanoramaOverlayArea_F9CB4B2B_C676_F21B_41AA_CDC4AF9C28AA.toolTip = Natura di Stato
HotspotPanoramaOverlayArea_FC17D31A_C655_3205_41CE_CCCF59867146.toolTip = Sorvegliare
HotspotPanoramaOverlayArea_FC4A9DC2_C66D_760A_41DE_8A867706F14D.toolTip = Alieni
HotspotPanoramaOverlayArea_FC4D2059_C657_2E07_41E6_2E2926B4D3E0.toolTip = Guardare
HotspotPanoramaOverlayArea_FC525576_C66D_160A_41E0_4840D51CE2DE.toolTip = Sorvegliare
HotspotPanoramaOverlayArea_FC5E87F9_C653_1206_41E6_DFE6702E19EC.toolTip = Caccia
HotspotPanoramaOverlayArea_FC646591_C655_1606_41E0_AD1E094C4E91.toolTip = Commercio
HotspotPanoramaOverlayArea_FC7F62B7_C66F_120A_4192_221DC7562EB4.toolTip = Aprire e Chiudere
HotspotPanoramaOverlayArea_FC890A01_C655_1206_41E5_B72DF04213AF.toolTip = Caccia
HotspotPanoramaOverlayArea_FCBC1B2E_C653_121D_41C8_B787D8EDCB61.toolTip = Caccia
HotspotPanoramaOverlayArea_FD1F912A_C655_2E05_41E3_F5CEC787947D.toolTip = Ricchezza
## Action
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